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Lady Bird

– Un film che non piacerà a tutti, ma dovrebbe. –

Lady Bird è sicuramente una di quelle creaturine strane che non possono mancare in una cerimonia degli Oscar. Ha tutte le caratteristiche che piacciono all'Accademia per annoverarlo tra i candidati a miglior film:

  • – è un film indie;
  • – è un film indirizzato – ma non troppo – ai giovani;
  • – è diretto da una donna (l'unica, per buona pace di Natalie Portman e la sua uscita ai Golden Globes);
  • – è ambientato nel 2002-2003;
  • – è recitato da dio.

Lady Bird – di Greta Gerwig con Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Timothée Chamelet – la recensione | FocacCine – Cinema, Film e serie TV

Questo e molto altro, ovviamente, ne fa l'outsider perfetto per gli Oscar 2018. Con ben 5 nomination (film, attrice protagonista e non, regia, sceneggiatura) è sicuramente una delle più interessanti pellicole in gara; ciononostante, è uno di quei film spesso incompresi dai più, un po' per il tema, un po' per la comicità non sgangherata e non immediata, un po' in linea con i lavori di un altro regista col quale Saoirse Ronan ha già lavorato, cioè Wes Anderson.

Lady Bird – di Greta Gerwig con Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Timothée Chamelet – la recensione | FocacCine – Cinema, Film e serie TV

Con le simmetrie oniriche di Anderson, in verità, il film di Greta Gerwig ha poco da condividere: la trama ruota attorno al rapporto di una studentessa mezza-tacca, Christine, alias Lady Bird, insoddisfatta della sua vita nella Sacramento “midwest della California”, di cui il virgolettato iniziale spiega bene l'immagine agli occhi del resto dello stato. Nata in una famiglia fallita da una madre che sembra fatta apposta per renderle la vita dura, con un fratello (adottivo o che?) inflessibile, con un papà orso che dietro la bontà nasconde o suoi veri problemi; abita “al di là delle rotaie” (nell'originale in the wrong side of the tracks), sogna una casa che non è la sua, ambisce ad amiche diverse dalla sua per arrivare a ragazzi più interessanti di lei. Il tutto condito da un'ironia sottile, così impercettibile da farci calare più facilmente nei momenti drammatici del film.

Un film, insomma, che spazia in libertà dalla commedia al dramma come pochi, il cui punto davvero forte resta comunque il rapporto madre-figlia. Non che sia l'unica tematica: nel corso del film facciamo i conti con ipocrisia tra amici e compagni, depressione, vite spezzate mascherate dietro a una patina di finta gioia; omosessualità in un contesto come la scuola cattolica in cui gran parte del film è ambientato. Ma il punto forte resta davvero questa dicotomia tra Lady Bird e la madre, un'inarrestabile spronatrice che non sprizza esattamente positività nelle sue arringhe.

Lady Bird – di Greta Gerwig con Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Timothée Chamelet – la recensione | FocacCine – Cinema, Film e serie TV

La cosa veramente bella di questo rapporto così complicato – l'aspetto che in effetti lo rende non scontato – è che non c'è, alla fine, una vincitrice, un cedimento. Entrambe rimangono più o meno ferme sulle proprie posizioni, ma con una consapevolezza maggiore riguardo alle emozioni dell'altra che ne accresceranno il carattere. E i rapporti umani – non solo quelli madre-figlia ma anche quelli amichevoli o affettivi – ripercorrono ciclicamente gli stessi percorsi di avvicinamento, allontanamento, riconciliazione. Con la scoperta finale che ambiamo sempre a ciò che non abbiamo, a essere qualcun altro, altrove. Da Sacramento a New York.

Ecco, insomma, dopo questo pippone da critico snob, vi consiglio vivamente questo film, da vedere con occhi spensierati ma attenti. Il contesto di sottofondo – Iraq – sembra superfluo ma non lo è: famiglie sul lastrico, un'attenzione all'anticapitalismo che cresce in quegli anni in parallelo col movimento pacifista, il sottofondo cattoreaganiano dei borghi più nobili della città. Infine, la bellezza della gioventù difficile e dei conflitti generazionali mostrati brillantemente da due attrici – Saoirse Ronan in gran spolvero e una Laurie Metcalf brillante – che meritano veramente l'Oscar; all'interprete della mamma di Sheldon Cooper non credo sfugga la statuetta, peccato che per me Frances McDormand ce l'abbia già in tasca a scapito della 23enne protagonista del gioiellino outsider degli Oscar 2018.

Lady Bird – di Greta Gerwig con Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Timothée Chamelet – la recensione | FocacCine – Cinema, Film e serie TV

Non vincerà molto, ma non certo per demerito. Promosso a – quasi – pieni voti.



Scheda Film

  • Regista: Greta Gerwig, 8
  • Protagonisti: Saoirse Ronan: 8 Laurie Metcalf: 9
  • Pollice su: Recitazione e soggetto
  • Pollice verso: Troppo indie per la plebaglia. Insomma, per molti ma non per tutti
  • Recitazione: 8. Ma può essere un 8+
  • Montaggio: 8. Tipicamente indie pure questo
  • Musiche: 7. Ce n'è poca, ma c'è Dave Matthews e questo basta
  • Visuale: 8. Fa schifo, come deve essere in un film sui derelitti.
  • Trama: 8
  • Epilogo: 7. Un po' frettoloso, ma pieno di significato. Soprattutto (spoiler!) il Bruce finale e la redenzione a distanza
  • Particolarità: qualcuno sussulterà per la presenza di Timothée Chamelet, protagonista di Chiamami con il tuo nome, nel cast. Sinceramente non mi dice nulla, qui. L'altro film non mi attizza, quindi dovrò aspettare un altro film per dirvi come la penso su di lui.

PS: non ho detto nemmeno un “ma tant'è” in quest'articolo, credo sia la prima volta. Ma tant'è.

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